Speleo Club Ribaldone - Genova

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Grotta dei Colombi Isola Palmaria

Grotta dei Colombi Isola Palmaria


Ieri l'escursione ambientalista all'Isola Palmaria si è conclusa bene, coniugando l’aspetto geologico e storico e i rilievi sul colpevole Masterplan, "valorizzazione" al cemento compresa sugli immobili in via di dismissione da parte della Marina Militare, con una visita alla Grotta dei Colombi.

Partendo dal Terrizzo, punto di approdo dei battelli, ci siamo diretti la Torre (non forte) Umberto I, costruita nel secolo scorso sotto l’Amministrazione sabauda del conte Cavour ed adibita a carcere fino al 1950. Abbiamo visitato le Batterie Albini e di Cala Fornace e poi, prima di continuare il giro dell’isola verso il faro, ci siamo diretti alla grotta, sopra una caletta incantevole, dove è la Gotta Alta della Caletta.

Incidentalmente, il nome della Palmaria non viene dalle palme, nane o modello normale, ma da “Balma”, vale a dire “Grotta”.

La Grotta, vista mare e cave di portoro, è la cavità naturale più rilevante dell’isola, per dimensioni e per il materiale paleontologico che ha conservato. Scoperta nel 1860 ed esplorata nel 1869 da Giovanni Capellini, si apre in una falesia di calcare dolomitico a picco sul mare, sulla costa occidentale dell’isola, ad un’altitudine di circa 32 m.

Ci si arriva calandosi in sicurezza con una corda da 30: una discesa nel blu, tra le voci dei gabbiani che difendono ambiente e cuccioli meglio di noi umani.

Consta di una prima camera di circa 11 m x 5 m, un cunicolo e una seconda stanza, Sala dei Trogloditi o Gran Sala, a pianta pressappoco rettangolare, molto più grande (circa 21 x 8 m), oggetto di indagini e campagne di scavo in diversi tempi.

Le ricerche hanno evidenziato due strati distinti, uno pleistocenico (resti di fauna continentale e industria litica in diaspro), e uno olocenico (reperti ossei umani e corredi, datati alla fase iniziale dell’Età del Rame, che documentano l’utilizzo sepolcrale della cavità).

Siamo poi risaliti lungo il Sentiero dei Condannati e, passando accanto al Forte Cavour, con il fossato sommerso dai rovi, siamo poi scesi verso Portovenere.

Qui abbiamo fatto il bagno e ci siamo rimarcati verso Spezia e una trattoria.




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